Noi con Salvini è andato in Sicilia e ha scatenato il finimondo. E, per farlo, gli è bastata una sola parola: Buttafuoco. Chiedere al giornalista siciliano di mettersi alla testa del movimento politico che dovrà buttar giù Crocetta e questa famigerata esperienza amministrativa significa toccare il cuore della Sicilia. Quella Sicilia che negli ultimi tempi ha riempito in continuazione i suoi teatri per assistere agli spettacoli di Buttanissima Sicilia, un libro che è diventato prima exploit editoriale e poi caso politico. A firma appunto di Pietrangelo Buttafuoco, scrittore ritrovatosi punto di riferimento per un popolo che non vede l’ora di liberarsi dal giogo della malapolitica.
Matteo Salvini oggi – sarebbe stato paradosso dirlo fino a pochi mesi fa – rappresenta al sud l’unica speranza di cambiamento, perchè novità piombata terre che ormai stavano perdendo ogni speranza. Buttafuoco rappresenta l’opportunità di saperla cogliere. Per un semplice motivo: perchè laddove vecchi politici e politicanti sono ormai fonte di nausea, il popolo ha voglia di affidarsi al nuovo. Dove ‘nuovo’ significa sicuramente facce estranee al vecchio parterre della politica, ma significa anche nuovo approccio… non più l’ossessione per la poltrona, ma l’ossessione per le idee, i contenuti, le proposte. Il popolo ha bisogno di una prospettiva, di un sogno, di una visione di un mondo (una regione) migliore.
Ecco perchè la riscossa della Sicilia è Buttafuoco e non può essere altrimenti. Questo non significa per forza fare di Pietrangelo un candidato governatore, ma sicuramente significa partire da lui e dalla sua consacrata capacità di essere interprete e megafono di quella terra per costruire l’alternativa.
Così Salvini si ritrova in mano l’asso vincente per la Sicilia ma anche per l’Italia tutta. Non soltanto perchè la Sicilia è una delle regioni che pesano di più in termini di voti al momento delle elezioni nazionali. Ma soprattutto perchè Buttafuoco è, ancor prima che il cantore della Sicilia, il cantore della ‘destra’, laddove la destra è l’area politica dalla quale proviene la stragrande maggioranza del nuovo elettorato salviniano e laddove la destra è – per antonomasia – l’alternativa alla sinistra. Dunque, Buttafuoco cantore culturale dell’alternativa a Renzi, al renzismo e a ciò che almeno la metà degli italiani non tollera più. Motivo, quest’ultimo, per il quale – lo scorso febbraio – Il Talebano lanciò il laboratorio delle 1000 Patrie non soltanto con Salvini, ma anche con Pietrangelo Buttafuoco.
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