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COME RILANCIARE LE BIBLIOTECHE EVITANDO DI METTERCI I VIDEOGAME

  • vincenzosofo
  • 20 mar 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Comune di Milano ha annunciato un’azione di rinnovamento delle biblioteche, manifestando l’intenzione di non limitarsi più alle classiche “ristrutturazioni” ma di iniziare a sperimentare nuove forme di utilizzo.

Un’iniziativa, bisogna ammetterlo, molto intelligente da parte dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, che coglie un punto nodale dello sviluppo culturale, sociale e persino conviviale della città: le biblioteche, oggi come oggi, sono vecchie. Sono vecchie nel senso che l’uso che se ne fa a Milano è molto diverso rispetto – ad esempio – a quello della provincia. E’ molto diverso perché la competizione con librerie e negozi è feroce, è molto diverso perché le esigenze del pubblico milanese sono diverse dalla semplice consultazione di libri.

Le biblioteche a Milano sono ad esempio molto richieste dai giovani come luogo di studio. E qui bene ha fatto Del Corno a dare una sveglia alle biblioteche, estendendone l’orario serale: una richiesta storica da parte degli studenti, che consente peraltro a chi lavora di poterci fare un salto.

Ma il lavoro non finisce qui: bisogna appunto fare in modo che le biblioteche tornino a essere al centro della vita di quartiere, che diventino un punto di riferimento nell’aggregazione tramite cultura e conoscenza. Per farlo, bisogna attrarre le persone. Però attrarre le persone mettendo nelle biblioteche i videogame, come ha già commentato qualcuno sui social, è una tamarrata.

Perché il videogioco è l’antitesi del libro: stimola più il rincoglionimento che la fantasia, non diffonde cultura e non aggrega. Anzi. E poi i videogame danno alla biblioteca un aspetto da bar, mentre semmai la biblioteca – per esser rilanciata – deve assumere un aspetto da caffè. Una differenza apparentemente sottile ma stilisticamente e concettualmente profonda, considerando che difficilmente riuscirebbe bene una presentazione di un libro in un bar dove si va a giocare la schedina.

La volontà di innovazione di Del Corno però resta cosa molto positiva e dunque merita un suggerimento affinché si concentri sul punto giusto: il libro. Milano pullula oggi di iniziative editoriali e culturali di giovani che vogliono scrivere, pubblicare, presentare, dibattere. Le biblioteche possono e devono diventare il centro di snodo di questo fermento, facendo da punto di incontro tra librerie di quartiere, piccole case editrici, autori emergenti, associazioni culturali.  Le librerie diventino una sede occupabile facilmente gratuitamente o a poco prezzo per tutti coloro che vogliono organizzare presentazioni di libri o dibattiti, sfruttando l’ottima decisione sull’orario serale.

Così si attireranno persone che andranno per iniziative che diffonderanno cultura in un modo che crea interazioni sociali diventando aggregazione tra persone che vivono lo stesso quartiere, aiutando nel contempo a piccoli autori editori e librerie ad avere opportunità. Ricreando quello spirito di comunità oggi perduto in città.

(tratto da Affaritaliani)

 
 
 

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