Nella Lega Nord si affilano le armi. Da Noi con Salvini ad Efe Bal, passando per i matrimoni gay e la legalizzazione delle droghe (fino – in ordine di tempo – al tema del federalismo), giornali e social network registrano negli ultimi giorni dibattiti.
Che cosa sta succedendo?
Semplice. Salvini ha rivoluzionato in 20 secondi un movimento vecchio di 20 anni. Questo ha portato un naturale scombussolamento. A maggior ragione in un movimento in cui si narra che in passato molti si adagiavano sugli allori perchè – tanto – c’era Bossi a pensare a tutto. E oggi non può più essere così.
La Lega ha compiuto una trasformazione che fa venire in mente quella del MSI. La Lega però non deve fare la fine di Alleanza Nazionale. Se la Lega oggi ha questo spazio politico è proprio perchè, ai tempi, Gianfranco Fini ammazzò un movimento e con esso tutto un ambiente politico. La Lega questo non se lo può permettere.
Il primo errore da non commettere è quello del torpore contenutistico nel quale An cadde dopo la sua trasformazione: si limitarono ad un restyling di immagine dimenticandosi che la forma, senza sostanza, a poco serve. Smisero di coltivare tutto quel movimentismo di idee che caratterizzava l’esperienza precedente (interna e parallela) per concentrarsi esclusivamente sul culto personalistico dei suoi colonnelli… quello che ha regalato una pietosa tabula rasa sotto i La Russa, gli Alemanno, gli Storace, i Gasparri e via dicendo.
Il secondo errore da non commettere è l’ossessione dell’ammodernamento. Attualizzarsi significa adattare i propri valori e i propri ideali di riferimento al contesto odierno, in modo tale da essere sempre in grado di interpretare il contemporaneo e di dare soluzioni alle sue istanze, invece che rinchiudersi nel passatismo. Non significa invece annacquare o rinnegare questi princìpi per smania di apparire contemporanei.
Il terzo errore da non commettere è perdere la propria identità per essere omnicomprensivi. La gente non ha bisogno di contenitori, ma di punti di riferimento. Un progetto politico per avere successo deve essere inclusivo (dunque non si deve aver paura di accogliere i nuovi seguaci), ma nel senso che si deve dare una linea chiara e metterla a diposizione di tutti, non che si deve diventare tutto/nulla pur di piacere a chiunque.
E dunque:
Transessuali e lobby gay, conseguenza e causa del processo di distruzione delle identità sessuali, possono essere compatibili con un movimento che combatte l’imposizione dell’ideologia gender e la difesa della famiglia come perno fondante della comunità?
La legalizzazione delle droghe, mezzo per rincretinire e isolare le persone, può essere avvallata da un movimento che, per far leva sul senso di appartenenza, deve favorire il vitalismo e la socializzazione delle persone?
Il neocentralismo (come giustamente scritto in questo post) è compatibile con la battaglia anti-UE, anti-nazionalista e in generale con un’Europa e un’Italia che siano sintesi di comunità di popoli e territori in grado di gestire in modo libero autonomo e sovrano i propri territori?
L’estensione del movimento a livello nazionale può svincolarsi dal mantenimento di un’identità chiara e in continuità con le proprie radici?
Tutti quesiti che il movimento deve affrontare. Perchè Salvini ha avuto la capacità di ricostruire una macchina efficace; chi sta sotto di lui, ha ora il compito di ridefinirne in modo chiaro le linee guida. Per questo, ben venga il dibattito. Per questo è necessario proporre al movimento un grande lavoro di produzione e confronto di idee con le quali metter benzina a questa nuova macchina.
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