Scopro sull’Huffington Post l’ultima del Diavolo: un sito di prostituzione. Un sito di prostituzione dove non si prostituisce sesso ma coccole. E se già Massimo Fini nel Dizionario Erotico trovava insensato pagare una donna per fare la fatica di scoparla, figuratevi a che punto siamo se la paghiamo per non far neppure fichi fichi. 80 dollari per un’ora di affetto che arrivano fino a 400 per una nottata e i prostituti del nuovo millennio vi accarezzeranno la testa pensando a quanto siete sfigati se cacciate fuori tutti questi soldi per farvi fare ciò che un gatto ottiene gratis ogni giorno. Ah, e se devono venire a farvele a casa, dovete pagar loro la benzina, ci mancherebbe.
La trovata non poteva che uscire dal cilindro degli americani; da un popolo che necessita del Tom Tom per girare in strade fatte a scacchiera, non ci si può aspettare molto di meglio (eppure vi rammento questi ci comandano).
Comunque: la gente non paga più per scopare, pare. Non è più così importante, pare. Già lo si era capito nelle discoteche, un tempo regno del broccolaggio ed ora coacervo di uomini e donne chiusi nel loro io a gustarsi il tunz tunz (ora, provate a dire che in discoteca si va perchè la musica è bella…). Neppure più con la condivisione del suono, oggi va di moda i ritrovarsi per ballare ognuno dotato di cuffia propria.
La gente non ha più voglia di scopare. E infatti la mia generazione è la prima ad esser riuscita a render possibile l’impossibile: l’amicizia tra uomo e donna. Uomini che dormono nello stesso letto con le proprie amiche e neppure passa loro per la testa di azzardare una palpatina alle loro tette. Donne che si gettano tra le braccia dell’astinenza volontaria… Ah, se vi sentisse Messalina! Nobildonna così vintage che pur di far l’amore si prositutiva nei peggiori bar di Caracas; e faceva assumere i suoi amanti dal marito per poterli spolpare ogni qualvolta lo volesse, prendendo la scusa dei sogni premonitori. Così facendo convinse il marito a farla sposare con un altro, tutto – a suo dire – per il bene della coppia. Tutto, in realtà, per la voglia di far l’amore. Genio e ninfomania.
La tensione sessuale è uno dei più evidenti sintomi di vitalità. E’ quella che ti fa correr dietro le gonnelle, ma è anche quella che dopo averle raggiunte ti consente di riprodurti (no riproduzione, no futuro). Ed è anche quella che ti spinge all’azione, alla reazione, alla rivoluzione. La tensione sessuale è quella carica che o scarichi in una battaglia erotica o scarichi in una battaglia sanguinaria o cerchi il modo di scaricarla in qualsiasi altro modo. Scatenando sempre qualcosa. Se la pornografia ci ha resi un mondo di afflosciati e se l’esaltazione della libertà sessuale ha inferto un colpo mortale alla solidità dei rapporti, all’atto sessuale non possiamo permetterci di abdicare. Vorrebbe dire rinunciare a muovere la macchina del mondo. Vorrebbe dire rinunciare alla prossima generazione della propria comunità. Vorrebbe dire – per circa la metà del genere umano – rischiare di diventare ciechi.
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