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UN’OCCASIONE PER L’EUROPA

Cos’è il sovranismo? Negli ultimi anni è divenuta una parola dominante della politica tanto che proprio in vista delle prossime elezioni europee si parla di pericolo sovranista. Ma siamo sicuri davvero che sia un pericolo? Cerchiamo di capire inanzitutto cosa significhi sovranismo. Definizione da Enciclopedia Treccani: sovranismo è un neologismo che deriva dal sostantivo sovrano e mutuato dal francese souvranisme. Si tratterebbe di una posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovranazionali di concertazione. Il sovranismo in altre parole si oppone al trasferimento dei poteri e competenze dello stato nazionale a un organo internazionale. I cittadini considerano infatti questo processo una minaccia all’identità o un attentato a principi della democrazia e della sovranità popolare. E’ bene ricordare il primo articolo della nostra costituzione il quale recita: la sovranità appartiene al popolo. Molti detrattori del sovranismo utilizzano l’articolo 11 per delegittimare questa posizione politica. Allora spiegamo che l’articolo 11 è stato approvato in funzione dell’adesione dell’Italia all’Onu. L art 11 dice che l’Italia consente in condizioni di parità con gli altri Stati membri alle limitazioni ( NB: non cessioni) necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni, e promuove le organizzazioni per la pace. Fa espresso riferimento alla guerra quindi viene da chiedersi se questo concetto può tramutarsi all’interno di un contesto europeo nel quale le direttive ci pongono la misura delle banane da immettere in commercio. In tutto questo panorama la Lega è sempre stata attenta alle questioni territoriali. Possiamo definire la Lega sovranista? Sì. Ascolta i cittadini, le istanze territoriali e crea una sintesi volta alla cooperazione sia a livello italiano che europeo. Ecco che il sovranismo diventa uno strumento per un progetto comunitario, le cui radici si trovano proprio nel federalismo e nella cultura delle piccole patrie. Miglio ha teorizzato il neofederalismo in ottica italiana guardando anche all’Europa. Parla di affermazione di pluralità di sovranità contro la sovranità assoluta, contro le decisioni calate dall’alto. Insomma la diversità diventa ricchezza, in una prospettiva panfederalista europea. Miglio tra l’altro ha sempre studiato l’oscillazione nel tempo tra l’ obbligazione politica, cioè il vincolo di fedeltà gregaria tra suddito e sovrano e il contratto-scambio cioè l’incontro tra libere volontà delle parti. Possiamo scorgere in questo ragionamento il fatto che il periodo storico nel quale ci troviamo ci pone davanti la questione di essere sudditi o di essere sovrani, cooperando con le altre realtà identitarie e sovraniste per un’ Europa dei Popoli non schiava di direttive che fanno gli interessi di altre potenze nazionali. Risulta necessario anche fare un distinguo tra il concetto di Patria e quello di Nazione. Patria è la Terra dei Padri e racchiude una comunità unita da profondi valori tramandati di padre in figlio, ai quali si uniscono le istanze politiche. Nazione è un concetto più astratto di territorio delimitato da confini in ragione a tecniche amministrative. E’ con la nascita dello stato moderno che si è tentato di far coincidere le due visioni. L’Italia rimane pur sempre la terra dei mille campanili e quindi delle mille patrie; l’identità di ognuna porta proprio alla rivendicazione di sovranismo di fronte a un accentramento dei poteri che non stanno seguendo il nostro interesse. Non si tratta di essere antieuropeisti: si tratta di volere un’Europa che riprenda in mano la sua cultura millenaria, distrutta dalla logica della globalizzazione e della finanza. Un’Europa forte delle proprie identità e dei propri popoli che insieme, con un indirizzo comune e identitario, possa competere con potenze quali America, Cina, Russia.

Stefania Bonfiglio

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