Per anni vi hanno raccontato che l’ostacolo allo sviluppo del Sud fosse la Lega. Perchè per anni vi hanno raccontato che per sviluppare il Sud fosse necessario potenziare i trasferimenti di risorse da Nord a Sud perchè quest’ultimo da solo non ce la poteva fare. Perchè lì non ci sono imprese e non c’è lavoro e dunque non c’è ricchezza.
Una narrazione farlocca svelata dal rapporto dell’Osservatorio Cna, che calcola il livello di tassazione al quale sono sottoposte le piccole-medie imprese nelle varie città italiane. Si scopre che le città dove si viene più massacrati sono quelle del Sud, dove – a causa delle imposte locali aggiuntive a quelle nazionali – 268 giorni l’anno di lavoro se ne vanno via per pagare i tributi.
Se sei una persona di buona volontà e vuoi aprire la tua onesta attività, a Reggio Calabria sei costretto a pagare il 74,3% di tasse. A Catania il 69%, a Bari il 68,5%, a Napoli il 68,2%. In pratica se vuoi avviare un’attività chi amministra quei territori ti blocca strozzandoti a furia di tasse. Con percentuali a livello di usura che fanno in modo che le aziende non aprano, che il lavoro non si crei, che il gettito fiscale non arrivi, che i soldi per sanità/welfare/infrastrutture non ci siano.
Dunque facendo tutto il contrario di quel che avrebbero dovuto fare. Ma avendo così la scusa per costringere lo Stato centrale a intervenire con sussidi che chiedono al Nord ma che gestiscono loro stessi non per sviluppare sanità, welfare e infrastrutture e nemmeno per abbassare quelle imposte che consentirebbero di creare imprese e lavoro. Ma per alimentare clientele.
Di recente Salvini ha sbloccato 6,4 miliardi di euro da destinare alle imprese che investono nel Sud. Semplicemente, modificando una normativa burocratica che – con la storia del certificato antimafia (la cui utilità possiamo tutti immaginarcela) – teneva bloccate queste risorse.
Una lezione di buona amministrazione a cui ora dovrà seguire il proseguimento del percorso verso l’autonomia delle regioni, tema fondamentale per il rilancio dell’Italia (leggi qui) anche perchè finalmente introdurrebbe nella politica locale nostrana un elemento di svolta: la possibilità dei cittadini di individuare in modo chiaro e inequivocabile chi ha la responsabilità amministrativa.
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