Mentre tutta Italia era concentrata su Mastella e i costruttori, la cosa più importante per capire come evolverà lo scenario politico nostrano è avvenuta in Germania.
Lo scorso fine settimana infatti la CDU, il partito della Merkel, ha scelto il successore della cancelliera alla guida del partito al comando del governo tedesco (dunque dell’Unione Europea) e del più importante gruppo parlamentare a Bruxelles, il PPE. A esser stato designato è Armin Laschet, rappresentante dell’ala centrista della CDU, il quale ha sconfitto il candidato dell’ala conservatrice Mertz facendo così prevalere la linea di continuità con la Merkel.
Che cosa c’entra tutto ciò con l’Italia?
Al di là della continuazione della strategia europea portata avanti dalla Germania in questi anni, sulla quale non è mio obiettivo soffermarmi ora, interessante è la strategia individuata dalla Merkel di accompagnamento della politica europea in questo percorso.
Le elezioni del 2017 e il successo della destra sovranista AFD hanno infatti obbligato la CDU, tecnicamente di centrodestra, a creare una grande coalizione alleandosi (oltre che con il partito territoriale bavarese CSU) con i socialisti per avere una maggioranza in grado di tener fuori AFD. Stessa cosa à accaduta, pari pari, alle elezioni europee del 2019 dove – sempre per lasciare fuori dai giochi le forze sovraniste che erano esplose in tutto il continente – a Bruxelles hanno replicato l’esperimento creando la cosiddetta “maggioranza Ursula” con PPE, socialisti e liberali/centristi (vedi Macron). Nel frattempo, in Germania e dunque a Bruxelles centrodestra e centrosinistra – ormai sempre più sovrapponibili nelle posizioni politiche (perchè rispondenti allo stesso establishment) – hanno iniziato un percorso di spostamento verso il centro, strategia finalizzata ad avere una “balena bianca” da porre esattamente al centro degli schieramenti così da poter essere in ogni caso al governo.
Berlino comanda Bruxelles e l’indicazione per farlo al meglio sembra essere chiara: favorire in tutta Europa (o perlomeno nei suoi principali Stati membri) lo stesso schema che sta seguendo la CDU in Germania, ossia la formazione di un centro-baricentro che, stando in ogni caso al governo, garantisca fedeltà continuità e stabilità alle linee guida UE. Non è un caso che in Francia repubblicani e socialisti siano stati falcidiati per far spazio a Macron e al suo partito centrista (che poi al Parlamento Europeo ha dato vita a un gruppo parlamentare che ha raggruppato varie forze centriste per inserirle nella maggioranza Ursula), dove ora stanno traslocando molti esponenti delle aree “moderate” di centrodestra e centrosinistra.
E non è un caso che in Italia l’unica cosa abbastanza certa in questa fase di caos sia l’adozione di una legge elettorale di tipo proporzionale (come annunciato dallo stesso Conte), presupposto indispensabile per la ri-nascita della balena bianca italiana. Nella quale ora tutti stanno cercando di fiondarsi:
Calenda, che staccandosi dal PD è stato tra i primissimi a occupare lo spazio al centro;
Conte, che dopo quanto accaduto nel 2019 in Europa si è messo a disposizione di Bruxelles per lavorare alla versione italiana della maggioranza Ursula;
Renzi, che staccandosi dal PD ha cercato di metterne in piedi l’embrione e ora con la crisi di governo ha cercato di sorpassare Conte al centro;
I berlusconiani, che tutti sanno soffrire la collocazione di Forza Italia (che a Bruxelles è nel PPE) nel centrodestra a trazione Salvini e infatti, guarda caso, sono spuntati dei senatori dissidenti di FI che hanno votato la fiducia a Conte… Quasi a voler dire “Anche noi vogliamo starci”;
Di Maio, che dalle ultime indiscrezioni pare che non voglia ritrovarsi con i cocci del 5 Stelle in mano lasciando a Conte il ruolo di interlocutore del sistema.
Il punto è che dopo l’esperienza giallo-verde nella politica italiana tutti hanno capito che per andare al Governo in Italia (e starci senza problemi) bisogna andare d’accordo con chi comanda a Bruxelles. Quindi la Germania. Quindi la CDU/ PPE. Ed è per questo che anche in Lega ultimamente diversi esponenti hanno manifestato la volontà di aprire un dialogo con il partito tedesco, sperando però nella vittoria del conservatore Mertz e nel conseguente ritorno della CDU di una strategia di alleanze nel tradizionale campo del centrodestra. Solo che a vincere non è stato Mertz ma Laschet. Perciò il campo accettato dalla Germania verosimilmente sarà sempre più solo quello della balena bianca centrista. Che in Italia fa rima con governo di unità nazionale.
Dunque tutti al centro. Il problema è capire chi avrà il coraggio di resistere alla tentazione e restare a destra per costruire da lì un’alternativa autorevole di governo.
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