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E se Mare Nostrum fosse un’operazione per conquistare l’Africa?

Alfano ha annunciato l’imminente chiusura dei battenti per Mare Nostrum. Lo ha fatto, da un lato esultando perchè grazie a questa operazione l’Italia si è dimostrata “campione di accoglienza” e – dall’altro – chiedendo un po’ scocciato a papà Bruxelles di sostituirlo. Alfano, dall’operazione Mare Nostrum, ci ha rimesso tutto: faccia, fondoschiena e portafogli degli italiani. Tutto per un’operazione dal costo giornaliero pare di circa 300 mila euro (che in un anno farebbero quasi 110 milioni), servita a portare nel nostro Paese ad oggi oltre 100mila immigrati (praticamente una città medio-grande). Praticamente, un’apocalisse.

Alfano si è giocato così la sua credibilità di politico assennato, dovendo metter mano alle tasche e alla tolleranza dei cittadini per prostrarsi ai voleri dell’Unione Europea. Un atteggiamento che ci si può aspettare solo da due categorie di persone: i folli o gli schiavi. Ma se la follia è considerabile fino ad un certo punto, la schiavitù bisogna capire a che cosa sia finalizzata, per capire di che morte stiamo morendo: Mare Nostrum è sì un’iniziativa che crea nuova diperazione, criminalità, tensione sociale all’interno del nostro Paese. Ed è sì un grosso business per tutte quelle realtà che con la scusa del volontariato e dell’accoglienza incassano ingenti somme di denaro da parte dello Stato. Ma non ci può essere solo questo.

Mare Nostrum e tutte quelle politiche di apertura selvaggia delle frontiere e incentivo dell’immigrazione sono una benedizione per quelle forze politiche/economiche che puntano a disgregare il tessuto sociale e culturale dell’Europa, smantellando la coesione ed isolando progressivamente l’individuo in modo tale che si trovi solo ad affrontare i soprusi che gli si compiono sopra la testa. Uno dei must collegati all’immigrazione è ad esempio la comrpessione salariale dovuta allo sfruttamento. Un’altro è lo scontro di civiltà a partire dalle rivendicazioni religiose. Ma se ci si sforza di uscire dal nostro orto per guardare le dinamiche più da lontano, ci si accorge di un altra questione: ma se tutti questi africani lasciano l’Africa, chi resta in Africa?

L’Occidente ha sempre avuto il vizio della colonizzazione. Ma una volta prendeva le barchette e andava a sterminare gli indigeni. Più o meno quel che sta facendo anche oggi in Medio Oriente, ma in Africa no. Lì pare abbia trovato un modo più comodo: convincere gli indigeni ad abbandonare i loro paesi perchè “da noi si sta meglio”. Gli immigrati in arrivo sulle nostre coste sono uomini donne e bambini, ossia la parte attiva di un popolo… i vecchi, se ne restino pure lì… tanto che paura potrà mai fare un vecchietto quando gli si busserà alla porta di casa per dirgli “hey, tutto questo ora è cosa nostra”?! Chi difende una terra sono sempre gli uomini in forze, quelli che stiamo andando a prendere con le nostre navi e i nostri militari per parcheggiarli qui da noi.

Facendo due ricerche, si scopre che vi sono molti fondi di investimento privati occidentali attivi nell’acquisto di territori africani. E anche molti Stati, in primis la Cina. Ed ecco che tutto torna: Mare Nostrum non frega soltanto l’Italia e l’Europa; Mare Nostrum frega anche gli africani (e tutti quei disperati lì vicino che ogni giorno giungono qui da noi). Svuotare i territori per poi depredarli senza sforzi e resistenze, potrebbe essere il piano nascosto. Perfettamente in linea con quel piano in atto in altre aree del mondo, lì con più sforzi e più resistenze.

Il punto è però uno: che questi poveri disgraziati che vengono convinti a lasciar le proprie terre, ad un certo momento scopriranno il bluff e vorranno riavere una terra. E se non può più esser l’Africa, sarà l’Europa. Ed il punto è pure un altro: che come questi fondi privati e Stati stanno comprando terra in Africa, così stanno iniziando a fare anche in Europa. La Cina, ad esempio, si è comprata circa il 5% del territorio ucraino. La Grecia è stata fatta a pezzettini e distribuita a mandrie di sciacalli. E lo stesso sta accadento in tutta Europa.

A guardarla così, sembra una perfetta strategia di Risiko messa in atto per rispondere alla carta-obbiettivo: “Conquistare la totalità dell’Africa, dell’Europa più un terzo continente a tua scelta”.

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