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ECCO PERCHÉ SEMPRE PIÙ EUROPEI ORA LE VOGLIONO DONNE E DI DESTRA

Il 63% delle donne mai uscirebbe con un uomo che ha avuto rapporti omosessuali, nonostante sempre quel 63% dica di non trovare più adeguate le categorie etero/omo/bisex e di avere una visione dell’identità sessuale più “fluida”.

E’ l’esito di un sondaggio di Glamour riportato dall’Huffington Post che in apparenza rappresenta un paradosso ma che in verità è una conferma che mi riporta alla mente una profezia: quella di un giornalista che una volta, a proposito del processo politico di distruzione della famiglia, mi disse di non preoccuparmi perché tanto alla fine ci avrebbero pensato le mamme a rimettere a posto le cose. La sua tranquillità derivava da un assunto: alla fine di tutto, sarebbe intervenuta la Realtà, ovvero la madre e il suo istinto di protezione dell’ordine naturale delle cose.

La donna oggi è il principale veicolo del cosiddetto progressismo. Perché la donna è di approccio sentimentale, umano, passionale. La donna adora l’utopia della pace nel mondo e nel sostenere le utopie si getta a capofitto. E’ la paladina dei diritti e una volta che gli metti in testa una cosa nessuno la schioda più. Il pensiero unico, che è furbo e lo ha capito, ha trasformato ogni suo vezzo in diritto per farlo abbracciare alla donna, sapendo che la causa che tiene sotto braccio la donna è un po’ come la borsetta: presto o tardi, finisce sempre ad accollarsela l’uomo. E come schieramento pro-diritti ha scelto la sinistra: perchè la sinistra è lo schieramento preferito dalle donne essendo la sinistra, per natura, il filosofeggiare.

La donna però è l’unica speranza di salvezza dal progressismo. Perché la donna è la realtà e la realtà è l’unica cosa che conta. Soprattutto in politica. La realtà è quella che fa il verso ai numeri e la realtà è l’unica cosa che fa oggi opposizione a Renzi e a tutti i governanti Made in Unione Europea. E non è un caso che tutti i movimenti politici che oggi, cavalcando la realtà, stanno facendo tremare l’Unione Europea siano condotti da donne: Marine Le Pen in Francia, Frauke Petry in Germania. E non è un caso che siano tutte leader di destra essendo la destra, per natura, il realismo.

Anche in Italia il movimento della realtà più in voga, il 5 Stelle, laddove è riuscito a ottenere miracolosamente il governo è stato grazie a due donne: Virginia Raggi e Chiara Appendino. E sempre in Italia, l’unico leader femmina di livello nazionale lo si trova nell’area della destra identitaria, volgarmente definita populista perché espressione cruda di realtà: Giorgia Meloni, che se è confinata in un risicato 4% è proprio perché – a differenza delle colleghe straniere sopra citate – è rimasta ancorata a un modello di partito moribondo perché rimasto estraniato dalla realtà. Ma che, se avrà il coraggio di fare il salto di qualità, permetterà anche in Italia all’area della realtà per definizione – la destra – di far cadere il traballante Renzi che, dopo aver con la sua sinistra ridotto la donna a essere inferiore confinandola nelle quote rosa, per tentare di convincere l’elettorato di centrodestra e portare a casa il referendum ha sguinzagliato Maria Elena Boschi: una donna.

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