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L’AIUTO OFFERTO DA DI MAIO AI GILET GIALLI É UN FAVORE A MACRON

L’aiuto offerto da Di Maio ai gilets jaunes per fare un partito in vista delle europee è un favore a Macron. E’ evidente infatti che un movimento così potente nella viralità e così costante nella continuità di azione (proseguita persino durante le vacanze natalizie) faccia gola a molti: ad esempio c’è chi, come l’estrema sinistra, sta cercando di infiltrarli per creare caos sociale e chi, come i “casseurs” delle banlieues, approfitta di questo caos per svaligiare negozi o compiere reati vari.

Poi c’è chi nei gilet gialli vede un’opportunità di resurrezione politica: come ad esempio Philippot, ex stratega di Marine Le Pen che immediatamente dopo la sconfitta alle presidenziali ha poi prontamente abbandonato il Front National per fondare il suo movimento – con pochissima fortuna – e ora pare abbia prontamente registrato il marchio “gilets jaunes” sperando di poterlo sfruttare elettoralmente. Un fine che, prima dell’annuncio del partito “Les Emergents” di Jacline Mouraud, già una volontà di formare il partito dei gilet gialli era stata espressa da un altro degli erettisi portabandiera dei manifestanti: lo scrittore Alexandre Jardin, già sostenitore della candidatura di Macron; così come già sostenitori di Macron si sono scoperti essere altri erettisi portavoce del movimento.

E in effetti a ben vedere un vantaggio nella formazione di una lista dei gilet gialli alle europee Macron ce l’ha e sta nel fatto che questa lista sottrarrebbe voti al suo unico vero, concreto, competitor: i sovranisti del Rassemblement National della Le Pen, oggi nei prima forza di Francia. La vera paura di Macron è che le europee certifichino il crollo del suo partito e la perdita del primato nel consenso, rischiando di dare il via a una vera riflessione in seno alle destre francesi circa una ricomposizione nell’ottica di un’alleanza che avrebbe buone probabilità di cacciarlo dall’Eliseo.

E’ evidente infine che anche il Movimento 5 Stelle abbia tutta la convenienza a veder spuntare in Francia prima delle europee un partito dei gilets jaunes, poiché gli permetterebbe di liberarsi da un bel problema, quello delle alleanze post-elezioni a Bruxelles: i grillini dopo il 26 maggio dovranno decidere se seguire la battaglia di Lega e sovranisti o se virare a sinistra, poiché la posizione equidistante è a oggi difficilmente praticabile, visto che i verdi tedeschi non sembrano abbiano molta voglia di associarsi ai 5 Stelle. E altrimenti resterebbe solo l’isolamento. Almeno che non spunti in Francia un partito nuovo, di protesta, non ancora catalogato.

Con gran soddisfazione di Macron, che così potrebbe sperare di disinnescare un moto di ribellione dal cuore sovranista usandolo anzi per indebolire Le Pen e Melenchon per continuare a galleggiare.

(Scritto per Il Talebano)

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