Il governo Conte è clamorosamente abortito ed è scattata la caccia all’omicida e, poichè il 60% degli italiani (sondaggi alla mano) lo ha individuato nel Presidente della Repubblica, l’establishment ha iniziato a depistare gli italiani scaricando la responsabilità su Lega e 5 Stelle, Salvini in primis.
La contro-accusa rivolta dai difensori di Mattarella al leader leghista è di aver puntato sul “Savona o morte” per creare un’occasione di scontro con il Quirinale che gli fornisse la scusa per far saltare il banco e tornare al voto. Il che non spiega ‘anomalia del veto di Mattarella alla nomina di un ministro scelto dalle forze incaricate di formare un governo per via delle sue idee non in linea con quanto da lui voluto.
Dopodichè vero è che, se avessero voluto, Lega e 5 Stelle avrebbero potuto trovare un’altra soluzione a loro gradita per il dicastero dell’Economia e far partire il governo. Da cui la domanda: perché non è stato fatto?
Perché il vero problema legato a un governo Lega-5 Stelle non era il fatto che ne fosse permessa la nascita bensì che ne fosse permesso l’operato: considerata l’ostilità dell’establishment, c’era capire quanto poi l’establishment – che controlla la macchina burocratica statale (senza la quale governare è arduo) – avrebbe permesso al governo di condurre le sue politiche senza bloccargli gli ingranaggi.
E così la proposta di Savona come ministro ha avuto la funzione di stress-test: la sua accettazione da parte del Quirinale avrebbe voluto dire sapere di avere dei margini di manovra governativa potendo contare sul rispetto della volontà popolare da parte dell’establishment. Il veto avrebbe voluto dire avere la certezza di dover avviare un governo avendo contro un forte contrasto militante da parte del “sistema”.
Concretizzatasi la seconda opzione, è ovvio che non resti che la carta del voto: perché accettare le condizioni di Mattarella avrebbe voluto dire tradire il mandato del popolo e perché l’unico modo per poter disinnescare la resistenza dei poteri forti è ottenere dal popolo un mandato ancor più chiaro e ancor più forte.
(Scritto per L’Irragionevole)
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