In un articolo apparso ieri, l’Huffington Post anticipa il prossimo step di Matteo Salvini per la costituzione del fronte identitario che tanto fascino sta riscuotendo. La Lega dei Popoli, ovvero il contenitore che doveva rappresentare l’alter ego leghista al centrosud, pare ora sia stato messo in stand by. Salvini si sta probabilmente rendendo conto che – dato l’appeal del nuovo progetto – è necessario costruire qualcosa di ancora più inclusivo; la voglia degli ambienti esterni alla Lega di aderire al percorso di Salvini è infatti fortemente presente anche al Nord, per cui Salvini sembra ora pronto a compiere l’idea ‘madre’ lanciata da Il Talebano: un modello simile a quello creato da Marine Le Pen in Francia, dove il Front National è affiancato da una grande rete trasversale nazionale (Rassemblement Bleu Marine), che sta aggregando persone e realtà provenienti da tutte le aree geografiche e da tutti gli schieramenti politici, permettendo alla Le Pen di diventare oggi la leader con maggiore consenso.
E’ indubbio che Salvini sia riuscito a sfondare i confini di consenso del Carroccio riuscendo in prima persona ad accreditarsi laddove la Lega non era mai riuscita ad arrivare. Se dunque la Lega deve essere il movimento capofila della nuova cordata identitaria, un seguito esterno così trasversale e variegato non può che essere incanalato in una federazione flessibile e garante delle specificità delle singole realtà aderenti, piuttosto che in una rigida struttura partitica. Il motore di tale progetto è il comune denominatore culturale ed ideologico, perciò da qui si deve partire. Non è un caso che il progetto Salvini sia partito non dai politici ma dagli intellettuali (Buttafuoco, Massimo Fini, De Benoist, ecc.). questa è stata la carta vincente e questa dunque deve essere la strada maestra… le idee. Un pacchetto di proposte concrete, tema per tema, che vadano a presentare una visione di società alternativa, basata su una visione di tipo comunitarista in opposizione al liberal-capitalismo che sta distruggendo l’Europa (vedasi la situazione spaventosa della Grecia).
Detto ciò, vi è poi una struttura da concretizzare ed organizzare. Per questo, sono necessarie le persone. Il nucleo originario di partenza va scelto tra coloro che in Lega hanno la capacità di fare un salto di qualità politico, comprendendo dove si sta andando e non restando arroccati sul nostalgismo (errore che già costato cara alla destra italiana) e non temendo il confronto con l’esterno. Dopodichè è necessario appunto aprire all’esterno, partendo da quei giovani referenti politici che potrebbero ancora dare un contributo. Il centrodestra così come continuano a proporcelo i vecchi cialtroni, va debellato; chi, come la Meloni e Fitto, si dice desideroso di innovazione, abbia il coraggio di abbandonare il proprio vecchio padrone (vedi La Russa e Berlusconi) per compiere finalmente un passaggio generazionale.
Lo stesso passaggio generazionale che deve compiersi a livello di dirigenti che dovranno sviluppare il nuovo progetto di Salvini: una rete di giovani valorosi e coraggiosi, che nei vari territori accendano i focolari identitari, alimentandoli di nuove e ardite idee. Potendo contare sul supporto e l’esperienza di quegli intellettuali che hanno deciso di mettersi a disposizione. Questa è infatti la vera rottura rispetto a ciò che ha fallito: un progetto politico fatto di gioventù e contenuti.
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