top of page
  • vincenzosofo

L’ITALIA E L’EUROPA RIPARTANO DA SAN FRANCESCO DI PAOLA

È difficile richiamare in poche righe i principi e le caratteristiche della civiltà Europea ed è quasi impossibile attribuirne l’origine e la nascita ad un solo evento o a una singola persona, vuoi perché non si possono riassumere in pochi passaggi tre millenni di storia, né ridurre ad unità le radici del Vecchio Continente.

Radici che sono greche, romane e germaniche, pagane e cristiane, per non nominare il più volte citato da me remi brague, così come – per rimanere nella metafora botanica – la maggior parte delle piante non presenta un fittone unico ma un apparato radicale complesso e articolato.

Se poi pensiamo alla immagine di un’Europa a trazione tedesca proposta quotidianamente dai media che pongono il cuore dell’Europa ben al di sopra delle Alpi, tra Bruxelles, Strasburgo, Amsterdam e Amburgo, potrebbe sembrare azzardato o assurdo affermare che l’Europa è nata sulle rive del Mediterraneo e nel Sud Italia, ma è quello che voglio cercare di fare perché i personaggi che hanno forgiato la nostra civiltà e costruito la nostra identità, parlavano con gli accenti dolci delle lingue romanze più che con i suoni aspri e duri delle regioni continentali.

Ed eccomi quindi a parlare di S. Francesco di Paola, il fondatore dei minimi canonizzato da Papa Leone X nel 1519, che porta nel nome quello della sua città di origine, Paola, posta sulla costa tirrenica calabrese: protettore di tutti i marittimi, patrono del Regno di Sicilia e di quello di Napoli, dove l’importanza della sua figura storica e religiosa oltrepassa i confini dell’Italia meridionale, come la statua che lo raffigura all’ingresso del santuario paolano lo rappresenta rivolto verso il mare, ad abbracciare simbolicamente tutta l’Europa e ancor di più i paesi mediterranei. Santo e taumaturgo, ebbe grande fama in Francia da quando fu chiamato a guarire re Luigi XI: qui rimase ed operò a lungo ricucendo i rapporti tra il Regno di Napoli e quello di Francia, fornendo nuova linfa alla Chiesa locale dopo lo scisma d’Occidente con il proprio esempio di una vita santa e austera, dedita alla cura dei più bisognosi.

Un esempio di vita che ha reso il santo calabrese tra i più venerati in Europa, e tra i più noti, almeno tra i bevitori di birra: la sua immagine compare sulle etichette del birrificio bavarese Paulaner, fondato 500 anni fa da frati minimi seguaci del Santo. Fatti in apparenza banali ma che collegano con un filo rosso che il Mediterraneo alla Baviera lungo cinque secoli di storia europea.

Un Santo e una figura iconica, ma anche, per noi che facciamo concretamente politica, un modello che lo collega con l’origine e la costruzione di quell’Europa latina che dovrà costituire il cuore spirituale ed economico dell’Europa futura. Ma non solo, perché possiamo ritrovare nel suo operato quell’identità, a volte difficile da ritrovare, del concetto di europa Latina che pochi conosco, ma che in realtà le emigrazione dei popoli del sud verso tutta l’Europa ne costituiscono il cuore e ne costudiscono la nascita di un’origine comune. Un progetto che può diventare realtà, perché è più di una prospettiva futura: è una realtà storica, che può e deve tornare attuale perche unitaria. Sicuramente è solo l’inizio della riscoperta di eventi e figure che hanno forgiato la nostra identità, ma è innegabile come il sud Italia e il mediterraneo, quindi riecco il concetto latino inteso come mediterraneo, abbiano avuto un ruolo fondamentale nella costruzione di questa identità e come l’Europa sia più latina che nordica.

0 commenti
bottom of page